regia SERGIO CADEDDU
con
MATTIA BANGONI, SIMONE BANGONI, MARIA GIULIA CABIDDU
SOFIA CIREDDU, CARLA CONGIU, SILVIA CONGIU, FRANCESCA CONGIU
ALESSIA LAI, SILVIA LAI, FRANCESCA LAI, SILVIA MUGGIANU, FEDERICO PILI
ELIAS SESTU, DAVIDE SCHILIRÒ, GIOVANNI TANGIANU, SUSANNA USAI
disegno luci JURI PIRODDI
foto di scena CHIARA PIRAS
DEBUTTO:
> TORTOLI’ | Teatro San Francesco
venerdì 12 Aprile | ore 20.30
«Dopo tanti laboratori incentrati su temi d’impegno civile, ho voluto farmi e fare ai ragazzi un regalo in apparenza più leggero, la favola di Pinocchio. Del resto per la metà del gruppo, giunta all’anno del diploma, si tratta dell’ultima esperienza teatrale, per lo meno nel nostro territorio. Alcuni di loro, poi, si sono avvicinati al teatro già dalla scuola elementare e sembrerà strano non averli di fronte all’inizio del prossimo autunno.
Cimentarsi col lavoro di Carlo Lorenzini, in arte Collodi, non è comunque impresa facile. Superfluo ricordare le tante trasposizioni teatrali e cinematografiche… da Carmelo Bene a Comencini, da quella fallimentare di Benigni all’incantevole Pinocchio nero di Marco Baliani. Per non parlare delle molteplici letture dell’opera: in chiave antropologica, pedagogica, strutturale-filologica, cristiana, psicoanalitica junghiana e freudiana, alchimistica, gnostica, occultistica, antroposofica, massonica e perfino no-global. Che direzione allora seguire? Senza nulla togliere alle eccellenze sopra ricordate, il risultato finale di un laboratorio teatrale intensivo tenuto qualche anno fa al San Francesco dal regista bolognese Ennio Ruffolo per conto dell’Associazione Rossolevante ha rappresentato il riferimento imprescindibile: un Pinocchio muto, completamente incentrato sull’espressività corporea… E così abbiamo iniziato. Con incontri settimanali da fine settembre a aprile. Tutti hanno lavorato sodo cercando di approfondire soprattutto le potenzialità motorie, mimiche e manipolative. Il risultato è che anche il nostro Pinocchio è avaro di parole. Abbiamo preferito lasciare parlare i corpi e la musica.»
Sergio Cadeddu