Esito finale del Laboratorio condotto da Sergio Cadeddu e Juri Piroddi
Con i ragazzi del Liceo Scientifico di Lanusei
LANUSEI
Aula Magna Liceo Scientifico
Venerdì 11/12 – ore 18:30
Sabato 12 /12 – ore 11:30
ingresso libero
Con: Cabiddu Alessandra, Castillo Natalia, Cucca Paolo, Doa Marina, Doa Roberta, Fois Cristel, Fois Fabiana, Fronte Nadege, Giusti Martina, Incollu Silvia, Lai Eleonora, Lara Silvia, Loddo Cecilia, Loi Ilaria, Lovicario Silvia, Maltagliati Nazareno, Manias Marco, Monni Alessandra, Orrù Francesca, Piras Antonello, Piroddi Elena, Puddu Silvia, Satta Linda, Serdino Mara, Serdino Sabrina, Sodde Francesca, Usai Olga.
Colonna sonora: Mina, Otis Redding
Tutor: Marina Campagna e Rosina Loi
“Televisione. Non importa che grado di informazione fornisca, indebolisce sempre chi la vede, gli toglie ogni potere, li rende sempre spettatori passivi, non li porta a un'altra vita, a un'altra percezione, diminuisce la consapevolezza, dice sempre: Sono la gran macchina, il miracoloso trasportatore di immagini attraverso l'aria, sono magica e quindi credi in me. Sono forte e tu sei debole, sono potenza e tu sei carne, sono intelligente e tu sei stupido, io parlo e tu ascolti, io sono e tu osservi, non ti vedo, non ti sento, non mi importa di te, ti trasformo in un sacco per ricevermi, ti converto alla società dei consumi, consuma il mio messaggio, sei una cosa per comprare, sei una borsa per le mie insipide informazioni, non voglio toccarti, non voglio coinvolgerti, voglio che tu sieda li, che sia condizionato dalla tua stessa passività, indebitati per possedermi, senti la tua debolezza, senti la mia forza, adorami, desiderami, diventa mio schiavo.” (Julian Beck)
“Lo dico sinceramente: non considero niente di più feroce della banalissima televisione.”
(P.P. Pasolini)
"Una democrazia [...] non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto."
(Karl R. Popper)
"Ladra di tempo, serva infedele."
(John Condry)
“La TV non è una finestra sul mondo, è una finestra sul consumatore.”
(T. Schwartz)
“Non sei tu a guardare la TV, è la TV che ti guarda…”
(Derrik De Kerckhove)
Quando leggiamo, siamo noi che osserviamo i libri e abbiamo la situazione sotto controllo. Ma quando guardiamo la televisione, è lo scanner della TV che ci “legge”. Le nostre retine sono l’oggetto diretto del raggio elettronico. Quando sguardo e scanner si incontrano, creando un contatto fra uomo e macchina, l’occhio della macchina è più potente. Davanti al televisore, le nostre difese sono abbassate: siamo vulnerabili e sensibili a una seduzione multisensoriale.
PASOLINI, Contro la televisione.
Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l'adesione ai modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L'abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la "tolleranza" della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all'organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d'informazioni. […] Ma la rivoluzione del sistema d'informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione, il Centro ha assimilato a sé l'intero paese che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un'opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè - come dicevo - i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un "uomo che consuma", ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane. L'antecedente ideologia voluta e imposta dal potere era, come si sa, la religione: e il cattolicesimo, infatti, era formalmente l'unico fenomeno culturale che "omologava" gli italiani. […] Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo?
No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura, o non riescono a realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime. Frustrazione o addirittura ansia nevrotica sono ormai stati d'animo collettivi.
[…] La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non certo in quanto "mezzo tecnico", ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. Non c'è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l'ha scalfita, ma l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre.
(P.P. Pasolini, "Corriere della Sera", 9 dicembre 1973)